L’edilizia non residenziale punta nei prossimi anni a raggiungere la sostenibilità dei materiali, al risparmio e all’efficienza energetica. Questi obiettivi però non potranno essere raggiunti realizzando esclusivamente strutture innovative ma con scarsa vivibilità e comfort interno; o utilizzando impianti super efficienti che col tempo “perdono” tutti i loro vantaggi. Il concetto su cui bisogna e bisognerà andare avanti è quello che la Direttiva Europea chiama Sistema Edificio-Impianto, già accennato nella pubblicazione del DM Requisiti Minimi del 26 Giugno 2015. Questo decreto infatti definisce gli obiettivi minimi dei sistemi BACS degli edifici non residenziali, indicando come la Classe B* il livello minimo da ottenere.
Come vedremo più avanti questa classificazione deriva dalle indicazioni tecniche riportate nella norma. La domanda che sorge spontanea è la seguente: perché non progettare e realizzare sistemi BACS partendo dalla Classe A, il quale resulterebbe tecnicamente possibile ed economicamente abbordabile e porterebbe risparmi più importanti?
*secondo la Norma UNI EN 15232
Sistemi BACS: l’alfabeto degli impianti
La UNI EN 15232 è una norma che prevede una classificazione del sistema impiantistico sia di edifici residenziali che non residenziali; in questo articolo parleremo della parte riguardante gli edifici non residenziali ed analizzeremo le funzionalità realizzabili in questa tipologia di strutture.
Il sistema impiantistico viene suddiviso in 4 classi di efficienza a seconda del grado di automazione che lo identifica. Esso esamina solo le funzionalità e gli impianti che vanno ad incidere sul consumo e/o la produzione energetica e il comfort dell’edificio e degli ambienti.
Riscaldamento | Controllo schermature solari (tapparelle e luce ambiente) |
Raffrescamento | Centralizzazione e controllo integrato delle diverse applicazioni |
Ventilazione e condizionamento | Diagnostica |
Produzione di acqua calda | Rilevamento consumi |
Illuminazione | Miglioramento dei parametri di automazione |
Attraverso l’analisi di realizzazione e integrazione di queste funzionalità, sono state definite le seguenti 4 classi di efficienza e le relative caratteristiche di fondo:
- CLASSE D (“Non Energy Efficient”): identifica sistemi impiantistici in cui non è presente alcun tipo di automazione ed integrazione, ancora molto presenti sul territorio italiano.
- CLASSE C (“Standard”): corrisponde agli impianti automatizzati con sistemi tradizionali BUS/non BUS; comporta già dei notevoli risparmi ed è la classe sotto il quale non bisognerebbe andare.
- CLASSE B: comprende sistemi impiantistici controllati interamente da un sistema BUS, nonché dotati di una gestione coordinata e centralizzata dei sistemi e delle relative funzionalità. È la classe minima richiesta dal DM Requisiti Minimi per gli edifici non residenziali, in conformità con la Direttiva Europea sull’Efficienza Energetica degli Edifici.
- CLASSE A: come per la classe B, prevede un sistema completamente integrato nelle sue funzionalità e controllo; richiede un controllo più preciso e porta ad un maggior risparmio energetico.
Tra le diverse classi riportate c’è un impatto diverso dell’investimento necessario alla loro realizzazione. Investire di più oggi vuol dire avere risparmi maggiori, spese minori nel tempo e di conseguenza un ammortamento dell’investimento e un payback in tempi ridotti.
Sistemi BACS e l’efficienza energetica
Se in un futuro tutti gli edifici residenziali – e non – saranno NZEB, ovvero con consumo energetico quasi nullo, la classe A è la migliore per raggiungere l’obiettivo. Si, è probabilmente più “costosa” con gli attuali costi di mercato, ma diventerebbe più raggiungibile una volta che l’automazione degli edifici si diffonderà maggiormente.
Inoltre è importante avviare un cambio nella mentalità dietro la progettazione: bisogna andare verso un concetto di “Progettazione Integrata”, coinvolgendo menti e professionalità fin dalla prima bozza di un progetto. Per quanto riguarda il nostro operato oggi, la stessa norma UNI EN 15232 offre l’opportunità di realizzare le funzionalità più efficienti dando un supporto tecnico-pratico da subito e descrivendo nel dettaglio come realizzare le varie tipologie di funzioni.
Di seguito abbiamo riportato alcune delle funzioni descritte nella norma con i relativi schemi a cui il progettista deve associare i giusti dispositivi per avere la certezza di rispettare quanto previsto.
F3A: Riscaldamento – Controllo Emissione
Questa tipologia di funzione fa sì che in ogni locale si possa controllare la temperatura ambientale ed eventualmente interrompere il riscaldamento o metterlo in uno stato di basso consumo, nel caso in cui non ci sia presenza di persone e/o in caso di apertura dei serramenti esterni.
I componenti evidenziati, per esempio il n°2 che rileva la presenza di persone, potrebbe “comparire” anche negli schemi di altre funzionalità; non sempre per ogni funzione bisogna avere il relativo sensore presenza, ne basta uno solo che entra in gioco in più tipologie, seguendo i principi dell’integrazione. Questo ne arricchisce il suo utilizzo, dando un contributo maggiore rispetto ad esempi simili in un sistema non integrato, dove avrebbe svolto funzioni prettamente legate alla sicurezza.
F33A: Controllo della Ventilazione – Controllo a Richiesta
È una delle funzionalità sempre più richieste in ambito non residenziale: la gestione ed il controllo della qualità dell’aria. È fondamentale per poter gestire in maniera automatica il flusso di ricambio d’aria e decidere di variarlo, a seconda dei valori ambientali rilevati (Temperatura, Umidità e livello di CO2).
F52A: Illuminazione – Controllo automatico luce diurna
Questa funzione, volgarmente chiamata “luce costante”, permette di mantenere costante il valore di illuminazione negli ambienti quali uffici, capannoni e centri commerciali; grazie al sensore presente nello schema che misura l’intensità di luce proveniente dall’esterno, riesce ad eseguire variazioni continue di flusso emesso dalle fonti luminose dell’impianto.
F53BC e F54A: Schermature Solari – Controllo automatico delle motorizzazioni
La F35BC prevede la gestione delle schermature solari (tende, tapparelle, facciate attive, ecc….) ma è applicabile solo in classe C, il che risulterebbe “poco” efficiente.
Seguendo ciò su cui la norma preme, ovvero la realizzazione di sistemi integrati, la F54A risulta essere non solo più efficiente rispetto a quella sopra descritta, ma è anche il giusto esempio di integrazione di un sistema BACS.
Oltre l’efficienza energetica: sicurezza, comfort, fruibilità
Quanto descritto sopra è soltanto “catalogo” che la Norma UNI EN 15232 offre, ma possono aggiungersi altrettante funzionalità al fine di migliorare la sicurezza e il comfort del sistema, con caratteristiche anche migliori rispetto a quelle che vengono solitamente applicate nei contesti residenziali. Un esempio è il digital signage e l’integrazione audio/video, che nel caso di edifici aziendali spesso è richiesto per la realizzazione di diversi spazi (sale conferenza, sale riunioni ecc…), tutto integrato al resto dell’impianto.
Conclusioni
Non abbiamo più scuse: le leggi ci sono, abbiamo gli strumenti necessari e la tecnologia è largamente assodata. Per avviare il tutto basta solo l’iniziativa, che è spesso auto-limitata e rischia così di far perdere l’occasione di mettere in campo sistemi con maggior efficienza. Il trucco sta nell’uscire dai propri schemi!
E tu, cosa aspetti ad iniziare?